Lucia Sanavio ha percepito l’esigenza di un’arte capace di trasmettere una maggiore vitalità, nella costante indagine di un discorso pittorico distante tanto da un algido formalismo, quanto da inutili e facili suggestioni. La sua visione si concretizza nella carica espressiva del colore, nella veemenza che rifugge ovvi suggerimenti formali e nel fluente arabesco del segno. Una tipologia di espressionismo astratto, il quale ci porta a riconoscere nell’artista una sorta di romanticismo lontano dall’aridità di una “cronaca letteraria” del reale. Le figure sono risolte in un’esigenza di sintesi, in una sorta di “riduzionismo plastico” che comporta una semplificazione dei volumi mutuata dalle avanguardie novecentesche. Le caratterizza, perciò, un certo immobilismo, una pacatezza in grado di renderle imperscrutabili, per questo simbolicamente sospese tra la concretezza del loro essere vere, ma nel contempo emblemi “immaginativi” e allegorici, personaggi a cui si affida il racconto di un’assoluta grazia che l’eterno femminino incarna.
Cistina Palmieri